Tremare insieme

Odilon_Redon_-_Dante_et_Béatrice  

                                                                                                                       
O. Redon, Dante e Beatrice

Siamo a metà ottobre ed è trascorso quasi un mese dall’esperienza del Convegno “Praticare la Tenerezza”, svoltosi a Pisa il 22 e il 23 settembre.

In questo tempo a cavallo fra fine estate ed inizio autunno, ho gustato il tremare. Nei giorni del Convegno sono stata accarezzata in molti modi dal bene, quello autentico, che commuove.

Le parole dei relatori, la grazia con cui abbiamo ricevuto la poesia di maestri, le radure condivise con i gesti della cura e dell’intimità scambiati, i volti rivelati, la musica suonata dal vivo che ha accompagnato il sentire e lo ha impreziosito: tutta questa immersione mi ha fatto tremare. E subito dopo la Rassegna, ecco l’esperienza dell’incendio nel mio territorio, sui miei monti, attorno a casa. Una nuova via del tremore, assai diversa dalla commozione, più vicina alla paura. E ancora, la perdita improvvisa di un amico caro. E le domande sulla morte e il morire, domande centrali e difficilissime che mi ha rivolto il suo bambino di 5 anni. Domande di fronte alle quali si diventa nudi. E si impara a tremare insieme. E’ viaggio lento e minuzioso quello dell’anima. Oggi sulla soglia dell’autunno, fluisco in queste parole:

Non voglio imparare a non aver paura, voglio imparare a tremare. Non voglio imparare a tacere, voglio assaporare il silenzio da cui ogni parola nasce. Non voglio imparare non arrabbiarmi, voglio sentire il fuoco, circondarlo di trasparenza che illumini quello che gli altri mi stanno facendo e quello che posso fare io. Non voglio accettare, voglio accogliere e rispondere. No voglio essere buona, voglio essere sveglia. Non voglio fare male, voglio dire: mi stai facendo male, smettila. 

 Non voglio diventare migliore, voglio sorridere al mio peggio. Non voglio essere un’altra. Voglio adottarmi tutta intera. Non voglio pacificare tutto, voglio esplorare la realtà anche quando fa male, voglio la verità di me. Non voglio insegnare, voglio accompagnare. Non è che voglio così, è che non posso fare altro”.

Chandra Livia Candiani, “Imparare a tremare”, da “Il Silenzio è cosa viva”.